Prima divorzia, poi sposati!
- Fabio Ungaro
- 15 mag 2023
- Tempo di lettura: 3 min
«Per fare le cose bene bisognerebbe cominciare con il divorzio. E poi ci si sposa. Non si conosce un coniuge durante gli anni del matrimonio […] Non lo si conosce nemmeno quando si fa un figlio con lui […] L’unico modo di conoscere davvero il proprio coniuge è il divorzio. Allora si ha la piena misura della qualità umana, morale, psicologica […] Ho scoperto la verità sul suo conto l’anno in cui abbiamo divorziato, e ho imparato più cose di lui in quell’anno che in dieci di vita coniugale». Éliette Abécassis, Un affaire coniugale
Questa frase detta così non sta in piedi. Come si fa a divorziare se prima non si è sposati?
Sembra una battuta ad effetto buona per una barzelletta. Eppure contiene in sé una verità profonda. Infatti, chi ha fatto diretta esperienza della separazione o del divorzio, sa bene fino a che punto di raffinata vendetta può arrivare il proprio partner.
Lui o lei, una persona della quale ci siamo innamorati, con la quale abbiamo fatto buon sesso, ragionato su tanti progetti, con la quale abbiamo messo su casa e fatto figli insieme, si rivela non solo un’estranea ma la peggior nemica della terra.
Come può accadere tutto questo?
L’altro è il mio tutto
Quando ci innamoriamo e decidiamo di fare coppia, lo vogliamo o no, cerchiamo di dare il meglio di noi stessi all’altro.
Cerchiamo di compiacerlo, di venirgli incontro, perché lo stare con lui o con lei è più importante di qualsiasi altra cosa. E dentro di noi siamo disposti a venire a dei compromessi purché la cosa funzioni al meglio. Per oggi e per sempre. Senza se e senza ma.
Tutto molto bello e onorevole. Tutto questo ci rende felici e ci fa sperimentare una pienezza di vita unica e indescrivibile. Ci sentiamo fortunati e debitori verso l’Universo che ci ha fatto questo regalo così grande e forse non del tutto meritato.
Per molte coppie, grazie al proprio sforzo e forse a un pizzico di fortuna, questa sarà l’esperienza normale di coppia. Negli anni, a parte qualche incomprensione e rottura di scatole data dal carattere della propria dolce metà, tutto procederà come previsto e desiderato. Insomma una storia che tiene nel tempo e che avrà un lieto fine.
Questa però è solo una faccia della medaglia!
Cambia la direzione del vento
Spesso quando iniziano a subentrare problemi di comunicazione, distrazioni affettive e sessuali, divergenze nello stile educativo dei figli ecco che allora riemergono parti di noi che pensavamo di aver seppellito una volta per tutte.
Il partner, da amico e confidente, pilastro sul quale ci siamo appoggiati per fare mille cose insieme, diventa un estraneo e addirittura un nemico.
Ecco che allora tutti i pensieri non espressi, le frustrazioni tenute dentro, i sacrifici fatti per amore, ci travolgono come un’onda oceanica e prendono il sopravvento. Scoperte dentro di sé queste armi si decide di iniziare la guerra. Senza esclusioni di colpi. Anche se lascerà vittime sul campo. Figli e beni compresi.
Perché questa deriva che porta solo distruzione e morte psichica, taglio netto e dolorosissimo di rapporti affettivi unici e insostituibili?
Se ce lo avessero detto, non avremmo iniziato un rapporto che adesso, alla luce dei fatti, risulta senza se e senza ma il peggior affare della nostra vita.
Qual è il senso di tutto questo?
L’uomo e la donna sono animali strani.
Capaci di grandi slanci, ampie visioni, dedizione e cura infinita sono anche portatori di pensieri cattivi, velenosi, di voglia di vendetta che a volte rasenta il sadismo.
Certe coppie, noi lo sappiamo per conoscenza o per esperienza diretta, più sono state capaci di amarsi, più riescono ad alimentare uno scontro del quale spesso non si vede la fine.
Il tutto condito dalla presenza di figli innocenti che devono assistere impotenti al teatro di distruzione agito dai propri genitori.
Tutto questo avviene perché non si vuole più prendere in considerazione il molto di bello e di buono che l’altro ha fatto per noi e per la famiglia. Quasi si potesse cancellare con un colpo di spugna anni di vita passati insieme.
L’unico modo per interrompere questa catena di negazione e dolore è quello di riconoscere all’altro la dignità di interlocutore, sapendo che non è il male assoluto, ma un un uomo o una donna in cerca di un senso. Il senso del perché due persone che si sono cercate, scelte e poi unite possono diventare nemiche e ostili dimenticando che l’altro, sempre e comunque, è l’occasione per mettere alla prova la tua umanità e la tua statura umana e spirituale.

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