Recuperare un rapporto di coppia che è arrivato al capolinea è una delle azioni più difficili e rischiose da fare. Difficili perché siamo nel contempo attori e spettatori della nostra storia, rischiose perché il pur giusto desiderio di ritornare a una situazione di armonia e felicità non sempre corrisponde a ciò che è veramente bene per la nostra vita personale.
Non prendere la parte per il tutto
Spesso quando noi prendiamo in considerazione la fine del nostro rapporto siamo presi dallo sconforto perché ci rendiamo conto che non c'è più nulla da fare. Magari è da tempo che abbiamo cercato soluzioni mettendo in campo pensieri, azioni, strategie che però non portano a nulla. Tutto sembra irrimediabilmente perduto per sempre. Anche se questo pensiero sorge spontaneo in maniera naturale dobbiamo recuperare lucidità evitando di decidere del nostro futuro prendendo la parte per il tutto. Come coppia non dobbiamo giudicarci solo tenendo conto degli ultimi tempi dove ci sono stati segni evidenti di disarmonia, raffreddamento se non addirittura indifferenza. Faremmo un torto alla nostra storia che invece va giudicata prendendo in considerazione il momento della sua nascita, il cammino percorso e la situazione attuale.
Fermarsi e considerare i momenti più significativi passati insieme
Quando una coppia è in crisi è naturale che i sentimenti prendano il sopravvento sulla ragione. Ci si sente dentro un fiume in piena sballottati a destra e a sinistra, incapaci non solo di reagire, ma anche di fare pensieri positivi sul presente e sul futuro. Allora per non farci travolgere dobbiamo fermarci e da soli, o ancora meglio insieme al partner, cercare di riavvolgere il film della nostra storia. E con più distacco possibile dobbiamo prendere in esame i momenti più importanti del nostro rapporto così da fare ordine e chiarezza dentro la nostra testa. Come se riavvolgessimo il film della nostra vita cercando di recuperare anche quelle situazioni ormai dimenticate. Che a ben vedere non sono solo negative ma più spesso positive e portatrici di momenti di vera felicità e pienezza.
Vedere cosa c’è ancora di buono da salvare
Ogni storia di coppia nasce perché all’inizio c’è stato un sentimento forte di passione che poi è diventato amore, desiderio di un futuro insieme, fino al punto di avere dei figli da allevare e far diventare grandi dentro le mura domestiche. Insomma quello che si dice un progetto a lungo termine. Che ha permesso a ciascuno dei due di dare il meglio di se stesso nell’intento di costruire qualcosa di solido e duraturo. Perché non riconoscere tutto questo? Perché buttare via tanti momenti speciali e considerarli come qualcosa di morto e sepolto? Se oggi siamo quello che siamo lo dobbiamo anche a quello che di positivo abbiamo fatto l’uno per l’altro. Su questo non ci piove. Solo che spesso è scomodo a dirsi perché ci obbliga ad uscire dalla nostra posizione di chiusura obbligandoci a considerare quanto di positivo c’è stato e forse c’è ancora.
Sospendere il giudizio
Lo sappiamo. Quando la coppia è in crisi basta una parola, un minimo gesto, un silenzio di troppo che subito si apre la guerra fatta di insinuazioni, imprecazioni, reciproche accuse. Per arrivare spesso a fughe vere e proprie oppure a gesti di violenza fisica. Di fronte a tutto questo cosa si può fare? C’è un esercizio tanto potente quanto semplice che può riportare un minimo di serenità e lucidità mentale. E’ quello di decidere di prendersi alcuni minuti della giornata per osservare in silenzio il proprio partner cercando di sospendere ogni possibile giudizio. Semplicemente osservare l’altro mentre vive la sua vita. E vedere se siamo capaci di accoglierlo dentro di noi, quasi in un abbraccio silenzioso e privo di parole, parole che spesso, lo sappiamo, rendono il rapporto a due un vero inferno.
C’è ancora un posto nel nostro cuore?
Il passaggio successivo è quello di considerare se il partner può avere un posto, anche minimo e insignificante, nel nostro cuore. Certo. Bisogna essere onesti con se stessi e non voler arrivare subito alla parola fine. Significa mettere da parte per una volta le conclusioni alle quali siamo arrivati, silenziare la mente, e decidere di dare ascolto ai sentimenti che ancora sono presenti. E da lì riprendere in mano il filo del rapporto, per vedere se davvero tutto è perduto oppure c’è un barlume di speranza, una piccola oasi di pace e di benevolenza dove incontrarsi per decidere le prossime mosse da fare. Con onestà e apertura al futuro.
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