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Immagine del redattoreFabio Ungaro

Quando agisci cresce il coraggio, quando rimandi cresce la paura

Allora da che parte stai? Dalla parte di chi decide, rischia e si butta nella nuova avventura anche se molto è sconosciuto? Oppure sei tra coloro che hanno bisogno di tempi infiniti per valutare, soppesare i pro e i contro, confrontare, per poi rimandare a tempi migliori la decisione da prendere? Sono due mondi. Sono due prospettive. Che possono decidere molto della tua vita. In una prendi il largo anche se il cielo ha qualche nuvola all’orizzonte e il mare non è perfettamente calmo. Nell’altra resti sul molo a contemplare la tua barca ormeggiata che viene sballottata qua e là dalla corrente.


Quando agisci cresce il coraggio


Sapete del detto “Più si fa, più si farebbe”. Lo avrete sperimentato anche voi in alcuni momenti della vostra vita. Fare tante cose, riempire la giornata di impegni, e alla sera non sentire la fatica. Anche per il coraggio funziona così. Più si è disposti a rischiare, a mettere da parte le proprie certezze per avventurarsi verso l’ignoto, più cresce il coraggio necessario per iniziare e portare a termine progetti sempre più ambiziosi. E, notate bene, questa crescita avviene a nostra insaputa. Un po’ come succede per la crescita degli alberi della foresta. Una cosa però è necessaria. Il coraggio non viene da sé. Bisogna alimentarlo giorno dopo giorno facendo delle cose, agendo, progettando, aperti all'ipotesi di poter fallire o mancare il bersaglio.


Quando rimandi cresce la paura


Ci sono due cause perché rimandiamo delle decisioni.

  1. Per paura delle possibili conseguenze. E dietro a tale atteggiamento ci può essere la codardia oppure una sana prudenza.

  2. L’altra perché bloccati nell’azione perché non ci si decide a fare una scelta. Perché le soluzioni sono troppe o perché non sono abbastanza soddisfacenti.

  3. In tutti i casi la non-azione aumenta la distanza tra il nostro desiderio di fare e la nostra propensione al rischio. La paura, come un gas inodore e incolore, un po’ alla volta ci avvolge e, senza che ce ne accorgiamo, prende possesso di noi e della nostra mente.

  4. L’unico antidoto per uscire da questo circolo vizioso è quello di non rassegnarsi e di mettere in campo piccole azioni per abituarci all’idea che il rischio fa parte del gioco della vita. E che, senza un po’ di coraggio, restiamo al palo nonostante tanti desideri e fantasie.


P.S. La frase del titolo non è di qualche famoso guru americano bensì di Publilio Siro, drammaturgo e scrittore di epoca romana (anno 100 a.C.)




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