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Immagine del redattoreFabio Ungaro

Meglio usare la testa o il cuore?

Perché ci troviamo costretti a scegliere? Perché questa cattiveria che ci obbliga a uscire allo scoperto e a dire la nostra nonostante noi non vorremmo esprimerci?

A ben vedere una violenza. Anche se apparentemente sembra che ci lascino liberi di dire la nostra. Liberi sì, ma obbligati a decidere da che parte stare. E passi quando le decisioni riguardano i fatti secondari della vita. Ma quando ci troviamo a dover decidere se usare la testa o il cuore la faccenda si fa tremendamente seria. Anche perché:

  • Non esiste una risposta preconfezionata che vada bene per tutti i casi

  • La scelta dell’una o dell’altra soluzione deciderà le sorti della partita

  • Indietro non si torna. Quindi calma e sangue freddo nel decidere.


Usare la testa


Cosa ci distingue dagli animali? La possibilità di usare una testa pensante fatta di idee, ragionamenti, ipotesi. E volete mettere la soddisfazione di fare un ragionamento che gira bene, che non fa una piega, come se fosse un boomerang che gettato nello spazio torna perfettamente indietro nella mano del suo lanciatore? Noi vorremmo che fosse sempre così, ma sappiamo che così non è. Certo. Usare la testa nel prendere una decisione serve a considerare la storia passata, le cause, a ipotizzare le possibili conseguenze del nostro sì e del nostro no. In fondo lo facciamo per rispetto e per senso di responsabilità. Il pericolo nascosto, lo dobbiamo sapere, è quello di ritenere che un buon ragionamento ci mette al riparo dagli errori. Ma la nostra storia passata, e quella più recente, ci potrebbe smentire più e più volte.


Usare il cuore


Come si dice? Al cuor non si comanda! Certo. Rispondere col cuore ci butta in un mare di incertezze. Dove tutto e il contrario di tutto può tornarci indietro. Dove gli esiti del nostro sì e del nostro no non sono poi così scontati. Ma volete mettere le farfalle nella pancia, l’adrenalina che si sprigiona, il senso di benessere fisico che prende tutto il corpo? E poi il cuore arriva là dove l’intelligenza e il ragionamento non possono arrivare. E un mondo senza amore, senza passione, che mondo sarebbe? Un mondo per freddi calcolatori e programmatori di passioni. Noi invece vogliamo essere diversi. E accettiamo la sfida di essere magari incompresi. Ma almeno abbiamo tentato di scaldare la vita usando il cuore, cioè i sentimenti, le passioni, veri motori di crescita e di cambiamento.


Tentare una terza via


Nei momenti di scelte importanti dobbiamo soppesare che cosa vogliamo essere. Se persone con una testa pensante o persone che ascoltano il proprio cuore. Però ci sarebbe una terza via. Quella di mettersi in umile ascolto dell’intelligenza del cuore e di autorizzarla ad esprimersi, di dire la sua attraverso immagini, parole e gesti. Così da creare relazioni significative che vanno oltre il grande duello del dare-avere. Usare l’intelligenza del cuore non per dimenticarci il passato o per agire irrazionalmente, ma per fare un salto di qualità nella comprensione di sé e del mondo. Così facendo, pur correndo il rischio di non essere compresi, potrà nascere qualcosa di diverso, di completamente nuovo. E, miracolo dell’intelligenza del cuore, il nostro sì e il nostro no smuoveranno anche le montagne. Perché, pur inciampando su noi stessi, saremo incamminati sul sentiero della vita per noi e per gli altri.




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