La domanda sembra essere scontata ma non lo è affatto. Quando si ascoltano tante storie di matrimoni in crisi o sull’orlo del fallimento viene spontaneo chiedersi: ma quei due sapevano a cosa andavano incontro? Non avevano un’altra alternativa? Ma erano veramente adatti l’uno all’altra? Ma davvero erano così ciechi o illusi da mettere in piedi
una storia così traballante. E pure con l’aggiunta dei figli?
E via così per altre decine di domande.
A posteriori è facile farsi delle domande. Vedere tutto chiaro. Ma quando uno è dentro la situazione e la vive in prima persona tutto ha un sapore diverso. Questi i passaggi che ogni sposato, con più o meno intensità, ha percorso:
Come ogni viaggio di scoperta in terre lontane, anche il matrimonio ha un alto grado di rischio perché si avventura in luoghi sconosciuti.
I due, cammin facendo, scoprono un po’ alla volta le loro carte. E così capita, a volte, di partire follemente innamorati e di arrivare a fine corsa considerandosi due estranei se non addirittura nemici.
Il carburante di tutto questo processo, lo si voglia o no, è l’idealizzazione dell’altro. Visto come principe azzurro, salvatore al quale affidare la propria vita, oppure donna ideale, mamma-compagna-amica-amante.
Ogni sposato sempre e inesorabilmente ci mette del suo. Fa parte del gioco. Da sempre è così. E un po' alla volta iniziano le variabili del carattere, della fortuna, delle occasioni che tutti e due, sempre meno, riescono a gestire come vorrebbero.
Marito e moglie diventano come attori di una commedia che, a ben vedere, non è la loro. Ma che, purtroppo, sentono l'obbligo di recitare.
Allora la prima mossa da fare, se davvero si vuole andare alla radice della crisi, è quella di domandarsi con schiettezza quali sono state le ragioni profonde, spesso sconosciute o appena intraviste, che hanno fatto sì che due vite così diverse abbiano deciso, in un certo momento della propria vita, di unirsi dicendo un “per sempre” che ha intrecciato destini e felicità. E, più chiare risulteranno le motivazioni lontane, maggiore sarà la risoluzione della crisi. Perché nella domanda c’è nascosta l’efficacia della risposta. Allora, compreso questo, vale la pena pensare a un cammino di consulenza con una guida esperta che, senza dare risposte preconfezionate, prende per mano lui e lei e insieme si interrogano sul perché non ha funzionato come si sperava. Una triangolazione che può dare nuova luce e nuove energie per immaginare un futuro possibile, fatto di qualche sogno in meno. E di qualche certezza in più. E per questo meno doloroso e decisamente più sereno.
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